Abstract
In seguito ad esperienze di vita e di lavoro che mi hanno portata più volte a scontrarmi con una sorta di panico, di angoscia senza nome di fronte alla quale nes-suna rassicurazione o cura sembra poter dare sollievo, mi sono interrogata sull’ori-gine di quell’angoscia, su cosa viene a chiederci. Ho pensato all’eventualità che si faccia portavoce di qualcosa che abbiamo dimenticato o represso e che ci ricorda, ora, di avere un conto in sospeso. Frequentando per mesi l’ospedale psichiatrico di una metropoli, lavorando in scuole frequentate da adolescenti e in generale osser-vando ciò che ci circonda, mi sono resa conto che questo panico è spesso presente in quelli che vengono chiamati “sintomi contemporanei”. Allora, nel tentativo di tener testa a quell’interrogativo che si faceva strada, ho innanzitutto pensato a cosa sia la contemporaneità, a cosa ci offra e di conseguenza, a quali siano le privazioni alle quali andiamo incontro vivendo al suo interno. In seguito ad esperienze di vita e di lavoro che mi hanno portata più volte a scontrarmi con una sorta di panico, di angoscia senza nome di fronte alla quale nes-suna rassicurazione o cura sembra poter dare sollievo, mi sono interrogata sull’ori-gine di quell’angoscia, su cosa viene a chiederci. Ho pensato all’eventualità che si faccia portavoce di qualcosa che abbiamo dimenticato o represso e che ci ricorda, ora, di avere un conto in sospeso. Frequentando per mesi l’ospedale psichiatrico di una metropoli, lavorando in scuole frequentate da adolescenti e in generale osser-vando ciò che ci circonda, mi sono resa conto che questo panico è spesso presente in quelli che vengono chiamati “sintomi contemporanei”. Allora, nel tentativo di tener testa a quell’interrogativo che si faceva strada, ho innanzitutto pensato a cosa sia la contemporaneità, a cosa ci offra e di conseguenza, a quali siano le privazioni alle quali andiamo incontro vivendo al suo interno. Nel fare questo mi sono appoggiata all’analisi
Keyword
Post-modernità, individualismo, masochismo
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